V. 11 (2022): gennaio-giugno
Sezione monografica: Testimoni di se stessi

Le modallità discorsive dell'io nella Camera da letto di Attilio Bertolucci

Pubblicato 2022-06-23

Come citare

Gouchan, Y. (2022). Le modallità discorsive dell’io nella Camera da letto di Attilio Bertolucci. L’ospite Ingrato, 11, 25–40. Recuperato da https://oaj.fupress.net/index.php/oi/article/view/13637

Abstract

Il poema La camera da letto di Attilio Bertolucci (scritto fra la metà degli anni Cinquanta e gli anni Ottanta) viene organizzato da un io che si autodefinisce al contempo «annalista» e «cronista» di una storia (auto)biografica in cui interviene un protagonista chiamato con l’iniziale A. L’iniziale corrisponde a una terza persona narrativa, non unica perché parallela a una voce in prima persona e tra virgolette che corrisponderebbe alla coscienza del personaggio A. La complessità delle soluzioni discorsive per l’enunciazione del soggetto si verifica anche nell’ambiguità generica dell’opera, al contempo autobiografia intima di Bertolucci, biografia della propria famiglia, ricordi d’infanzia e d’adolescenza legati a un’intertestualità proustiana, e storia di una classe sociale – la borghesia terriera del primo Novecento – e di un territorio – l’Emilia, la provincia di Parma. Si aggiunga che il poema venne in gran parte elaborato simultaneamente al progetto delle poesie più brevi della futura raccolta Viaggio d’inverno (1971), perché innanzitutto destinato alla memoria familiare, sul modello dei libri di famiglia tradizionali. Si tratterà di studiare in che modo la forma-libro La camera da letto possa essere considerata un elemento centrale per l’identità poetica di Bertolucci a partire dallo studio della sua dimensione familiare e collettiva, delle sue varie modalità d’enunciazione del soggetto, e della genesi del suo macrotesto per il resto della produzione dell’autore.