V. 11 (2022): gennaio-giugno
Sezione monografica: Testimoni di se stessi

L'io come "albergo a ore". Il sogetto adattativo nell'opera di Gabriele Frasca

Pubblicato 2022-06-23

Come citare

Policastro, G. (2022). L’io come "albergo a ore". Il sogetto adattativo nell’opera di Gabriele Frasca. L’ospite Ingrato, 11, 57–66. Recuperato da https://oaj.fupress.net/index.php/oi/article/view/13639

Abstract

Il saggio si propone di indagare la messa in discussione del soggetto nell’opera di Gabriele Frasca, soprattutto in quella dichiaratamente poetica, ma con riferimento a concetti teorizzati nella scrittura saggistica. Da un lato, la reazione alla predominanza sospirosa dell’io nell’adozione delle forme chiuse (“riaperte”, però, a ogni nuovo utilizzo) agli albori della sua produzione; dall’altro la presenza (costante in tutta l’opera) di un “io” che non risponde alle istanze della soggettività intimista (e borghese) e piuttosto alla necessità di individuare un’essenza comune nella radice biologica, nella finitudine, nel “rimasticare” (per l’appunto biologicamente) versi, in una sorta di compromesso tra posa e vita, finitudine e rovello creativo. Una creazione per la voce, l’ascolto, la dizione della poesia come megafono e non sussurro introvertito.