V. 15 N. I (2024)
Scrittura / Lettura / Ascolto

«Rinascere come uomo che guarda»: etica e fenomenologia nella poesia di Vittorio Sereni

Veronica Lombardi
La Sapienza Università di Roma

Pubblicato 2024-07-18

Parole chiave

  • Vittorio Sereni,
  • etica,
  • fenomenologia,
  • letteratura italiana contemporanea

Come citare

Lombardi, V. (2024). «Rinascere come uomo che guarda»: etica e fenomenologia nella poesia di Vittorio Sereni. L’ospite Ingrato, 15(I), 271–296. https://doi.org/10.36253/oi-16372

Abstract

Il presente contributo si propone di indagare l’intimo rapporto tra poesia ed esperienza nella terza raccolta di Vittorio Sereni, Gli strumenti umani (1965), attraverso gli strumenti, altrettanto umani, della fenomenologia. In questo modo si può comprendere come la “frattura dell’identità” che l’opera inscena, e che Sereni ha vissuto sul duplice piano della scrittura e dell’esistenza, sia la condizione necessaria per cogliere tutta la complessità della crisi, della poetica e dell’attitudine che intimamente lega il poeta all’uomo. Occorre perciò risalire agli anni della formazione intellettuale, quando Sereni, allora allievo di Antonio Banfi, cominciava a costruire i fondamenti della propria visione del mondo e della poesia sul pensiero fenomenologico del maestro. Gli strumenti umani, in tal senso, sono l’esito di una lunga e sofferta ricerca espressiva, sempre in divenire e mai conclusa, una vera e propria maturazione etica dell’identità poetica, nel dichiarato intento di superare le reticenze ermetiche giovanili e così ridirezionare l’io lirico verso l’orizzonte chiaro e trasparente della prosa: è in questo punto di giuntura, infatti, che l’esperienza individuale dello scrittore può riflettersi e risuonare nell’esperienza molteplice e plurisensa del lettore.