«Rimettere in moto la Storia». Edoardo Sanguineti e la “redenzione messianica” di Gian Pietro Lucini
Pubblicato 2024-07-18
Parole chiave
- Sanguineti,
- Lucini,
- Marinetti,
- Avanguardia,
- canone letterario
Come citare
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Abstract
Lo scopo dell’articolo vuol esser quello di indagare il procedimento attraverso il quale Edoardo Sanguineti, negli anni Sessanta, ha perseguito la riattualizzazione, ideologica e poetica, della figura di Gian Pietro Lucini. Si cercherà quindi di evidenziare come, sfruttando i dissidi del poeta milanese con Marinetti e le sue divergenze ideologiche con quest’ultimo, Sanguineti abbia potuto realizzare coerentemente un ritratto contemporaneo di un poeta, in realtà, ancora fortemente ottocentesco come Lucini. Si cercherà, contestualmente, di render conto di questa arretratezza culturale di Lucini, di come essa si coniughi ad istinti di rivolta e rinnovamento e di come, in ultima sede, essa venga corretta e rivista da Sanguineti. Particolare attenzione si presterà, nel corso dell’articolo, al concetto di “redenzione messianica”, così come espresso da Walter Benjamin nelle sue Tesi di filosofia della storia, cercando di dimostrare come esso possa aver costituire il presupposto teorico e politico per l’azione pratica sanguinetiana, che si presenta così con lo scopo di redimere l’avanguardia tutta dall’ombra del fascismo attraverso Lucini. Quest’ultima, una volta evidenziata nella sua matrice ideologica, ovvero nel suo coniugare dialetticamente anarchia e materialismo storico, verrà considerata nel suo farsi empirico, prendendo in analisi la canonizzazione di Lucini perpetrata da Sanguineti nella sua antologia Poesia italiana del Novecento e nell’edizione critica di Revolverate e Nuove Revolverate.