Pubblicato 2023-12-22
Parole chiave
- Vittorio Sereni,
- poesia italiana contemporanea,
- stilistica,
- endecasillabo,
- Neoavanguardia
Come citare
Copyright (c) 2023 Andrea Piasentini
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Abstract
Il contributo declina il tema delle macerie a livello formale, analizzando la persistenza dell’endecasillabo negli ultimi due libri di Vittorio Sereni, Gli strumenti umani (1965) e Stella variabile (1981). L’endecasillabo può essere visto, infatti, come l’elemento chiave di un sistema messo in crisi a inizio Novecento e radicalmente rinnovato a metà secolo. La prima parte dell’articolo espone sommariamente tre diverse interpretazioni dell’endecasillabo, al fine di abbozzare un quadro entro il quale contestualizzare la scrittura di Sereni. In opposizione speculare tra loro stanno Mario Luzi e la Neoavanguardia (fatta parlare attraverso il saggio Il verso secondo l’orecchio di Alfredo Giuliani): l’uno è per la consustanzialità dell’endecasillabo alla lingua italiana, vi ricorre come garanzia di ordine formale; gli altri, al contrario, sanciscono la fine del verso tradizionale, e individuano nell’endecasillabo un veleno, un elemento contro cui ribellarsi. Altrettanto “storicistica” è l’interpretazione di Giorgio Caproni all’altezza di metà anni Cinquanta, formulata in senso positivo come in Luzi: il poeta trova soccorso nel «tetto» metrico per contenere il rischio di una dissoluzione privata e collettiva. Vittorio Sereni, invece, già con le prime due raccolte Frontiera (1941) e Diario d’Algeria (1947) ma soprattutto con la svolta segnata a metà anni Sessanta da Gli strumenti umani (1965), apre la maglia ritmica dell’endecasillabo, puntando su profili ritmici non convenzionali e soprattutto piegandolo alle movenze della propria voce (stilemi retorico-argomentativi) e a quelle del parlato interiore – opera insomma per una maggiore soggettivizzazione del metro. La seconda e la terza parte dell’articolo si concentrano prima su due testi emblematici dello stile degli Strumenti umani e di Stella variabile e poi ampliano l’analisi ad alcuni tratti specifici dell’evoluzione stilistica da un libro all’altro, descrivendo e interpretando i fenomeni concreti nel riuso dell’endecasillabo.