Pubblicato 2023-12-22
Parole chiave
- Fabio Pusterla,
- rovine,
- tempo,
- resto antropico,
- gesto poetico
Come citare
Copyright (c) 2023 Sabrina Stroppa
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Abstract
A partire dalla distinzione concettuale tra rovina e maceria, l’articolo investiga e categorizza le forme ricorrenti di residualità nell’opera poetica di Fabio Pusterla, tracciando le coordinate essenziali di una poetica del residuo e di una “teoria del resto”. Il paesaggio naturale infatti, svuotato di ogni compostezza o coerenza nella sua presentazione, è solidale con il resto antropico, di cui la spazzatura e gli scarti del passaggio umano costituiscono i segnali e i frammenti che l’occhio instancabilmente cattura e ingigantisce, predisponendoli a essere abitati dal linguaggio. Al cuore del gesto poetico di Pusterla sembra quindi possibile identificare un esercizio del linguaggio che sa come mantenere aperta la relazione con il tempo, e quindi con il racconto, proiettando una storia delle origini, con la sua ancestrale nobiltà, verso un futuro incombente.