Cancel culture o decolonizzare i saperi e la cultura?
Published 2023-10-31
How to Cite
Copyright (c) 2023 Miguel Angel Mellino

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Abstract
Negli ultimi decenni, l’intenso sviluppo di movimenti femministi, antirazzisti e di popoli indigeni ha dato luogo a una lotta profonda tanto per la ricostituzione in senso più egalitario dei tradizionali rapporti materiali di dominio quanto per la dissoluzione e resignificazione politica e culturale di quelle gerarchie coloniali, razziali e patriarcali che hanno plasmato sin dall’ascesa della modernità capitalistica occidentale singola sfera della vita sociale moderna. La dimensione di un siffatto movimento globale non poteva non porre la questione dell’esistenza di un secolare privilegio bianco alla base della stessa significazione linguistica e culturale del mondo sociale moderno e dei suoi sistemi di classificazione e rappresentazione dominanti. Il nostro intervento cercherà di mettere in luce tre questioni, che ci sembrano importanti per comprendere la reale posta in gioco che nasconde l’accusa di “culture della cancellazione” rivolta a questi movimenti: a) l’esistenza di un privilegio bianco moderno da intendere come “fatto sociale totale”, b) la natura sintomatica dello stesso emergere del paradigma della ‘cancel culture’, ovvero la sua costituzione in quanto reazione di quello stesso privilegio bianco all’emergere di altri posizionamenti, saperi, narrazioni e sistemi di rappresentazioni del tutto esterni alla sua grammatica storica, economica, ontologica e politica.