CALL FOR PAPERS RIEF N. 1/2025 “Parenting, social contexts, institutions”

2025-01-30

CALL FOR PAPERS 1/2025

RIVISTA ITALIANA DI EDUCAZIONE FAMILIARE (RIEF)

“Parenting, social contexts, institutions”

 

Guest Editors:

Clara Silva (University of Florence), Chiara Sità (University of Verona)

 

Parenting is not identifiable with a set of innate dispositions, or with a biological and/or legal automatism, but is intended a process that invests the adults’ identity in the interaction with the models available within a cultural world (Bornstein, Venuti, 2013; Gigli, 2017). The experience of being a parent, therefore, does not only coincide with the practice of care within dyadic relationships and in the family microsystem, but also extends to the practices of social positioning whereby a parent is such because he or she is “seen” and recognized by an external world. This process also affects, and in a particularly intense way, educational services and institutions working with children, adolescents, family units (such as ECEC services, schools, residential communities, other territorial socio-educational services) (Milani, 2018).

From an eco-cultural perspective, parental identity can thus be defined as a process of construction that takes place between several closely interconnected levels: the individual level, the couple level, and the level of interaction between individuals and the social and symbolic world (Weisner, 2002; Gjerde, 2004; Holloway, 2010). People, therefore, “become” parents not only in the intimate space but also in the social space, in the relationship with significant others (family members, friends...), with actors who play a role in the well-being of their children (pediatricians, social workers, educators, teachers...), and with the institutions that welcome parents and contribute in shaping their parental identity and function (Bove, 2020; Silva, 2020; Mussi, 2023; Sità et al., 2024).

The social and symbolic world in which parenting is constructed and negotiated in interaction with other actors and institutions is the focus of this call for papers. Theories such as the bioecological approach (Bronfenbrenner, 1980; 2010) and concepts such as “family practices” (Morgan, 2011; Bertone, 2024) can help to read the interaction between parents and contexts, formal and informal, and to outline the pedagogical issues that this interaction brings into focus. In particular, the bioecological approach thematizes the developmental potential of “ecological transitions” for all subjects (adults and children).

The idea of “family practices” highlights the relevance of the set of everyday practices through which adults and children “make” family, but also expose “as family” to the outside world (displaying) by leaning on a set of available narrative repertoires, or by introducing new ones (Finch, 2007; Gabb, Fink, 2015). This second case is exemplified, in particular, by the situation of families who find themselves on the margins of a collectively shared model of parenting: nonbiological parents (e.g., adoptive, foster, social parents...), but also parents who redefine gender expectations (LGBTQ+ parents), or parents whose parenting is assumed to be fragile or at risk. All these situations, in their diversity but also in their possible intersections, are linked by the encounter with services and educational institutions in which parents are represented as “unexpected” with respect to a set of imaginaries, practices, and tools centered on a majority family model.

This encounter highlights a number of pedagogically relevant issues: the distribution of power between parents and professionals (the power to define oneself and one’s situation, and the power begin a course of action), the competencies of educational professionals in the face of “unexpected” parenting, but also the challenge of transforming educational services and institutions into “competent systems” (Urban et al., 2012) in accompanying the transformation of parenting that involves and questions not only minority parents, but all families.

The Call welcomes Italian and international research contributions on the proposed topic. The contributions can be:

  1. theoretical, foundational, epistemological
  2. empirical, substantiated by results of pedagogical research paths
  3. practical, of reasoned and critical analysis of educational projects and practices

Contributions should be up to 4,000 words in length (including notes and bibliography). For editorial criteria, please refer to the editorial standards found on the Journal’s website. Submissions received will be evaluated according to the double-blind peer review system. Languages accepted: Italian, English, French, Spanish, Portuguese. Submissions must be uploaded to the Journal’s OJS platform no later than March 30, 2025 upon registration of the author(s).

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CALL FOR PAPERS 1/2025

RIVISTA ITALIANA DI EDUCAZIONE FAMILIARE (RIEF)

"Genitorialità, contesti sociali e istituzioni"

 

Curatrici:
Clara Silva (Università degli Studi di Firenze), Chiara Sità (Università degli Studi di Verona)

 

La genitorialità non è identificabile con un insieme di disposizioni innate, o con un automatismo biologico e/o legale, ma configura invece un processo che investe l’identità adulta nell’interazione con i modelli disponibili entro un universo culturale (Bornstein, Venuti, 2013; Gigli, 2017).
L’esperienza dell’essere genitore, pertanto, non coincide con la sola pratica di cura esercitata nelle relazioni diadiche e nel microsistema familiare, ma si estende anche alle pratiche di posizionamento sociale per cui un genitore è tale perché “visto” e riconosciuto da un mondo esterno. Questo processo riguarda anche, e in modo particolarmente intenso, i servizi e le istituzioni educative che lavorano con bambini, adolescenti, nuclei familiari (quali nidi d’infanzia, scuole, comunità residenziali, altri servizi socio-educativi territoriali) (Milani, 2018).
Sulla scorta di un approccio eco-culturale alla genitorialità, l’identità genitoriale è quindi definibile come un processo di costruzione che si attua tra più livelli strettamente interconnessi: il livello individuale, di coppia, e quello dell’interazione tra individui e mondo sociale e simbolico (Weisner, 2002; Gjerde, 2004; Holloway, 2010). Genitori, pertanto, “si diventa” non solo nell’intimità ma anche nello spazio sociale, nella relazione con altri significativi (familiari, amici...), con soggetti che hanno un ruolo nel benessere dei figli (pediatra, educatrici/educatori, insegnanti...), e con le istituzioni che accolgono le identità genitoriali e contribuiscono a dare loro forma (Bove, 2020; Silva, 2020; Mussi, 2023; Sità et al., 2024).
Il mondo sociale e simbolico in cui la genitorialità è costruita e negoziata nell’interazione con soggetti e istituzioni costituisce il focus della presente call.
Teorie come l’approccio bioecologico (Bronfenbrenner, 1980; 2010) e concetti come “family practices” (Morgan, 2011; Bertone, 2024) possono aiutare a leggere l’interazione tra genitori e contesti, formali e informali, e a delineare le questioni pedagogiche che questa interazione mette a fuoco. In particolare, l’approccio bioecologico tematizza il potenziale evolutivo delle “transizioni ecologiche” per tutti i soggetti (adulti e bambini). L’idea di “family practices” evidenzia la rilevanza, anche per la ricerca, dell’insieme di pratiche quotidiane attraverso cui si “fa” famiglia, ma anche ci si espone come famiglia al mondo esterno (displaying) appoggiandosi su un insieme di repertori narrativi disponibili, o introducendone di nuovi (Finch, 2007; Gabb, Fink, 2015). Questo secondo caso è esemplificato, in particolare, dalla situazione di famiglie che si trovano ai margini di un’idea genitorialità collettivamente condivisa: genitori non biologici (per esempio, adottivi, affidatari, genitori sociali...), ma anche genitori che riscrivono le aspettative di genere (genitori LGBTQ+), o genitori la cui genitorialità viene assunta come fragile o a rischio. Tutte queste situazioni, nella loro diversità ma anche nelle loro possibili intersezioni, sono accomunate da un incontro con i servizi e le istituzioni educative in cui le figure genitoriali si trovano a rappresentare la categoria dell’imprevisto rispetto a un insieme di immaginari, pratiche e strumenti centrati su un modello familiare maggioritario.
Questo incontro mette in luce alcune questioni rilevanti sul piano pedagogico: la distribuzione del potere tra genitori e professionisti (del potere di definire sé e la propria situazione, e di prendere iniziative), le competenze dei professionisti e delle professioniste dell’educazione di fronte a genitorialità “inattese”, ma anche la sfida della trasformazione dei servizi e delle istituzioni educative in “sistemi competenti” (Urban et al., 2012) nell’accoglienza dei processi di trasformazione della genitorialità che oggi coinvolgono e interrogano non soltanto i genitori che abitano i margini, ma tutte le famiglie.
La Call sollecita contributi di ricerca, nazionali e internazionali sul tema esplicitato, con un taglio che può essere:


1. teoretico, fondativo, epistemologico
2. empirico, sostanziato da risultati di percorsi di ricerca pedagogica
3. pratico, di analisi ragionata e critica di progetti e pratiche educative

I contributi dovranno avere un’estensione massima di 4.000 parole (note e bibliografia comprese). Per i criteri redazionali si rimanda alle norme editoriali reperibili sul sito della Rivista. I contributi pervenuti saranno valutati secondo il sistema di double blind peer review. Lingue accettate: italiano, inglese, francese, spagnolo, portoghese. I contributi dovranno essere caricati sulla piattaforma OJS della Rivista entro e non oltre il 30 marzo 2025 previa registrazione dell’autore/autrice o degli/delle autori/autrici.