Abstract
L’articolo ha inteso delineare un quadro sulla condizione dei bambini di cittadinanza non italiana, che trovano nella scuola dell’infanzia un primo spazio di incontro tra il contesto privato della casa e della famiglia e quello pubblico della società di accoglienza. Sono state individuate le aspettative della famiglia immigrata nei confronti della scuola fino alla complessa fase evolutiva dell’adolescenza, ma anche quelle della scuola verso la famiglia. In questa prospettiva la scuola dell’infanzia diventa il contesto di incontro tra reciproci bisogni per favorire l’accoglienza ,il rispetto della cultura di origine creando al tempo stesso le condizioni per l’esercizio della cittadinanza attiva . Attraverso l’esempio di laboratori interculturali realizzati dalle istituzioni scolastiche toscane, viene definita l’immagine di una scuola capace di dare, progettualmente, risposte qualificate alle esigenze dei bambini di scoprire se stessi e gli altri, di confrontare culture diverse, di imparare a gestire conflitti attraverso regole condivise, il dialogo, l’interazione, al di là di qualsiasi differenza di etnia, provenienza geografica, confessione religiosa.